Pubblicato il 13/08/2019

L’Odissea della feta

La Grecia è sempre stata una terra in grado di attirare tantissime persone, tra viaggiatori, artisti e mercanti, nel corso di migliaia di anni. Oggi i tempi sono certamente cambiati al pari della terra ellenica che ha dato i natali ad eroi mitologici illustri come Achille, Ulisse, Perseo e tanti altri ancora che hanno popolato i racconti di altrettanto leggendari cantori. Tra questi come dimenticare il mitico Omero, il poeta cieco che ha descritto la guerra di Troia e le imprese del pelide Achille nell’Iliade ed il lunghissimo viaggio di ritorno di Ulisse nell’Odissea.

Ma non solo mitologia!

La Grecia è infatti anche la patria di piatti deliziosi che possiamo gustare tutt’ora, bagnati dal sole e dal mar Mediterraneo, mentre l’aria ci culla con le note del bouzouki. Il tutto mentre si diffonde l’odore di olive, vini ed altri cibi tradizionali che ci aspettano sulla tavola. I baklava, la salsa tzatziki, la moussaka e la pita sono alcuni degli esempi più tipici di cibi tradizionali greci, più o meno conosciuti al di fuori della loro terra d’origine, ma è un formaggio quello che ha meglio varcato i confini greci. La feta infatti è alla base di alcune di questi piatti appena citati ed è stata anche descritta da Omero nella sua celeberrima Odissea. Pare infatti che addirittura il temibile ciclope Polifemo fu il suo “accidentale” scopritore. Non per niente egli era anche un pastore ed un giorno, mentre trasportava il latte delle sue pecore in sacchi di pelle, si rese conto che il calore ed i fori avevano fatto coagulare rapidamente il latte. Aveva assunto una forma piuttosto solida, ma era comunque molto gustoso e con un buon profumo.

Ma da dove ha avuto esattamente origine la feta? Pare difficile “uscire” dal mito, dato che la feta sembra aver fatto la sua prima comparsa proprio ai tempi degli antichi greci, quando si era già diffusa in tutto il Paese la tecnica dell’addomesticamento degli animali e della pastorizia. All’epoca però veniva semplicemente chiamato formaggio e la tecnica di produzione era quella “inventata” da Polifemo, ma sarebbe bastato aspettare ancora qualche anno per vedere utilizzare il termine “feta”. Durante il periodo della dominazione bizantina la feta venne nominata ufficialmente per la prima volta con il nome di “prosphatos” che significava “fresco”. Fu poi un viaggiatore italiano, tale Pietro Casola, a descrivere la realizzazione della feta in occasione della sua visita a Creta verso la fine del Quattrocento.

A partire dal XVII secolo gli stessi greci cominciarono, finalmente, a chiamare tale formaggio “feta”. Dato che significava “fetta”, il termine calzava a pennello poiché si riferiva alla pratica di conservare o di come servire in tavola tale formaggio. Oggi la feta gode della classificazione di prodotto di origine protetta e, assieme al latte di pecora, si aggiunge anche una piccola parte di latte di capra. Presente sulle tavole di tutta la Grecia, oggi è rinvenibile anche nelle famose insalate come, ad esempio, la nostra greca.

Venite dunque ad assaporare la feta di qualità assieme a cetrioli, olive nere, cipolla rossa e salsa yogurt con una birra delle nostre! Freschezza e tradizione, dal Trentino e non solo, sono sempre di casa qui da noi al Ristorante Birreria Forsterbräu in pieno centro storico a Trento!

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