La giardiniera: viaggio dentro il piatto segreto

Per un pasto più che completo, soprattutto se si parla di carne o di un pranzo per un’occasione speciale, ciò che non può assolutamente mancare è un po’ di verdura per accompagnare meglio ogni singolo boccone. Naturalmente, direte voi, c’è la classica insalatina assieme ai vari contorni di carote e cipolle, ma cerchiamo di andare un po’ più oltre.

Esatto, oltre, proviamo quindi ad assaggiare sempre un po’ di “verde”, ma con quel gusto e quello sfizio in più. È questo, infatti, il caso della giardiniera che ci colpisce subito per quell’aroma di aceto e per i suoi colori simil-pastello. Ma diamo un’occhiata più approfondita a quel miscuglio particolare di odori e sapori che sta a portata di forchetta!

Rinvenibile anche nei supermercati, reparto prodotti sottovuoto ed in barattolo, la giardiniera si rivela perfetta per accompagnare piatti più tradizionali di carne e formaggi. La sua “stagione” è poi l’inverno perché, visto che con il freddo cresce ben poco, si potrà comunque assaporare della verdura di qualità, dato che è stata immersa nell’aceto per la sua conservazione. In questo modo, una esigenza dei tempi andati, era possibile avere sempre una sana scorta alimentare senza dover buttare il “surplus” di verdure raccolte in estate.

Ma da dove ha avuto origine la giardiniera? Prima di tutto occorre partire il nome. Ci si può, infatti, riferire sia alla maestra d’asilo, ma anche alle mensole aperte contadine dove si mettevano in vasi con le primizie dell’orto. Andando un po’ a ritroso nel tempo, un metodo di conservazione molto simile può essere ritrovato nei monasteri del Piemonte e dell’Emilia – Romagna già nel Medioevo. A quell’epoca, pensate, il termine stesso indicava una qualità sopraffina dato che veniva affidata alla proverbiale abilità e pazienza dei monaci. Questi uomini di fede, infatti, sapevano far risaltare il gusto di ogni verdura senza aggiungere olio o sale e lasciando che sia il tempo stesso di bollitura, assieme ad ingredienti come aceto e spezie vari, a determinare il sapore deciso e delicato allo stesso tempo. L’utilizzo dell’olio di oliva e dei semi di girasole si è comunque diffuso anche in questa ricetta, ma neanche cento anni fa mantenendo intatta, o quasi, una tradizione davvero antica e di un certo livello. Pensate poi, che tra i maggiori apprezzatori della giardiniera, vi erano anche dei personaggi davvero di spicco per la società italiana dell’epoca e che sono ricordati ancora oggi. Pare infatti che il noto compositore Giuseppe Verdi la prediligesse mentre gustava degli squisiti salumi locali della Bassa Padana, in particolare la spalla cotta. Lo scrittore, giornalista ed umorista Giovannino Guareschi (sua la mitica coppia Don Camillo e Peppone che abbiamo visto interpretare da Fernandel e Gino Cervi) la preferiva invece con un bel cotechino lesso.

Ma anche alla Forst di Trento amiamo riprendere le tradizioni culinarie di un tempo per offrirvi un sapore sempre genuino ed indimenticabile. Assaggiate dunque la nostra giardiniera all’interno del gran tagliere di salumi e formaggi delle nostre valli. Lasciate, dunque, che vi accompagni in un “viaggio” tra i monti e le vallate trentine con sapori che vanno dallo speck stagionato alla mortandela nonesa! A tal proposito, avete già letto i nostri articoli?