Pubblicato il 23/07/2019
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La storia del sorbetto o di come terminare un pasto in dolcezza

Proviamo ad immaginare tutti assieme la seguente situazione. È ormai una calda estate inoltrata, ma a noi non tange più di tanto dato che siamo tranquillamente seduti a tavola con i nostri amici e la nostra famiglia intenti a gustarci un bel pranzetto. Ma cosa si fa una volta terminato il pranzo? Un caffè, quattro chiacchiere, un buon bicchierino di grappa, magari anche una pennichella, ma non sentite anche voi come manchi qualcosa? Se un gelato potrebbe risultare troppo pesante a fine pasto, allora affondate i vostri cucchiaini in un morbido ed ultra rinfrescante sorbetto al limone!

Ma da dove ha avuto origine esattamente questa delizia?

Prima di tutto dobbiamo fare un grande salto indietro nel tempo all’epoca degli antichi greci e romani, che erano soliti conservare i cibi con una miscela di sale e neve presa direttamente dai monti imbiancati oppure in buie caverne fredde (in mancanza di frigorifero non c’era molto altro da fare). Ma in tutto questo parlare di tecniche di conservazione degli alimenti anche gli arabi hanno voluto dire la loro. Durante la conquista araba della Sicilia, il popolo che ci fece conoscere il numero zero introdusse un dolce molto particolare (se ne accenna anche nel ricettario “Kitab al-Tabikh” di Mohammad Al Baghdadi del 1226) molto simile all’attuale sorbetto. Anche la parola stessa, “sorbetto”, sembra non avere un’origine precisa e ci sono molte ipotesi differenti. Le più accreditate riportano termini come l’arabo “sherbeth” (ovvero “bevanda fresca”), il latino “sorbeo” o “sorbui” (rispettivamente “sorbire” e “succhiare”) ed il turco “sharber” (letteralmente “sorbire”). In seguito agli scontri ed alle cacciate, anche da parte dei normanni, gli Arabi tornarono in Sicilia nel IX secolo e portarono in tutta l’isola il modo di raffreddare il succo di frutta con la giusta quantità di ghiaccio e sale. Praticamente l’antenato della moderna granita.

Ma tornando al discorso del sorbetto, l’assonanza dei termini appena elencati è palese, anche se il primo uso effettivo della parola odierna sembra risalga al Medioevo. Pare infatti che il termine “sorbetto” fosse usato a mo’ di onomatopea, dato che indicava un modo di gustarlo più lento rispetto ai normali dolci e che, al contrario di questi, prevedeva un risucchio dopo l’altro. Ma come si è diffuso a partire dall’assolata Sicilia in tutto il mondo? È presto detto!

Prima di tutto, soprattutto nella seconda metà del XVI secolo, i sorbetti diventarono uno dei dolci più gustati nelle varie corti italiane mentre, ma è a partire dal XVIII secolo che questo si diffonde anche tra i borghesi, grazie alla combinazione di una tecnologia sempre più avanzata e costi di produzione minori. Il vero successo si deve però al siciliano Procopio Francesco Cutò, più conosciuto come Francesco Procopio Dei Coltelli, che esportò a Parigi l’invenzione di un suo avo, un pescatore di Aci Trezza, cioè una primordiale gelateria basata sull’uso combinato di neve e sale.

Indovinate cos’altro serviva dunque ai nobili francesi il nostrano Procopio? Conosciuto a corte anche come Le Procope, l’uomo scelse proprio questo termine per battezzare il primo caffè europeo e dare il via a quella che oggi è l’industria dolciaria per eccellenza.

Se anche voi volete assaggiare il gusto di una tradizione centenaria alla fine di un lauto pasto allora vi aspettiamo qui al Ristorante Birreria Forsterbräu in pieno centro storico a Trento assieme ai nostri piatti tipici e le nostre imbattibili birre!

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