Pubblicato il 22/05/2019

La zuppa di cipolle: non è la solita minestra

Non è difficile trovare nel mondo dei piatti che, nonostante si siano sviluppati in un determinato territorio, abbiano trasceso i confini diventando praticamente universali. Il bello è che non serve neanche pensare a delle ricette complicate, la semplicità a volte è la chiave decisiva del successo come insegnano i Beatles dei primi tempi. Gli esempi sono molteplici e vedono per lo più piatti abbastanza poveri come la zuppa.

Esiste una varietà infinita di questo piatto, ma tra le zuppe basate sulle verdure, una delle più note è sicuramente quella di cipolle, famosa per il suo gusto deciso e per la sua facilità di preparazione. Ma da dove ha origine esattamente?

Molto spesso si pensa alla cucina francese, ma leggende e documenti hanno contraddetto questo senso comune. Pare infatti che le sue origini risalgano addirittura al tempo degli antichi romani. Nonostante fosse molto diffusa tra i contadini, la ricetta prevedeva anche l’aggiunta di filetti di pesce ed alcuni cucchiai di miele, questo piatto veniva gustato anche dai ricchi patrizi che, ovviamente, potevano permettersi aggiunte più lussuose. A testimonianza di quest’antica usanza vi è infatti il libro di ricette “De re conquinaria” di Marco Gavio Apicio, dove si parla appunto di una zuppa di cipolle con filetti di pesce. “Se non è zuppa è pan bagnato” recita infatti un noto adagio popolare, ma la storia di questa zuppa va presto ad intingersi nella leggenda.

Rimanendo in terra italica la zuppa fa di nuovo capolino ai tempi della famiglia Medici quando, nel 1533, la bella Caterina venne data in sposa a re Enrico II d’Orleans. I cuochi di corte rielaborarono dunque una ricetta toscana in suo onore trasformandola nella zuppa di cipolle che oggi conosciamo. O almeno in una delle tante varianti. Un’altra storia racconta invece di come altri due grandi nobili francesi abbiano contribuito alla gustosa causa, il duca di Lorena Stanislao Leszczyński ed il re di Francia Luigi XV. Il duca era solito recarsi alla reggia di Versailles per incontrare la famiglia del regnante e, durante il tragitto, si fermava spesso in un hotel per riposare e mangiare qualcosa. Una sera, il cuoco, tale Nicolas Appert, gli servì una zuppa di cipolle così deliziosa tanto che il duca non lasciò l’albergo, né dormire il pover’uomo, se prima quest’ultimo non gli avesse rivelato la ricetta. Per quanto riguarda il sovrano, pare che la inventò in una notte passata nella sua tenuta di caccia. Molto affamato, cercò di prepararsi qualcosa con gli ingredienti a sua disposizione. Davanti a lui c’era del burro, dello champagne e, sorpresa delle sorprese, delle cipolle!

In seguito la zuppa conobbe un ulteriore periodo di gloria durante la Restaurazione. In quegli anni venne fondata una società chiamata “Dîner de la Soup à l’Oignon” dedita ad una cena monotematica ogni tre mesi. Non si sa esattamente quale delle storie descritte prima sia più attendibile, ma potreste deciderlo al Ristorante Birreria Forsterbräu di Trento, assaggiando la nostra degustazione di tre zuppe. Canederlo alla trentina in brodo, Gulaschsuppe e naturalmente zuppa di cipolla. E da bere? Una bella e corposa Sixtus!

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